Trasferimento di capitali su conti correnti esteri


In alcuni periodi si sente spesso parlare di trasferimento di capitali su conti correnti esteri, con la chiara idea che i risparmiatori italiani cerchino all'estero condizioni migliori per le proprie finanze, sia per somme di denaro modeste frutto di duro lavoro e ferreo risparmio, sia per somme di denaro ragguardevoli che potrebbero essere investite al fine di ottenere un vero e proprio guadagno.

La tentazione di spostare i propri soldi all'estero è grande quando le cose vanno male in patria, quando l'instabilità ed il nervosismo politici, ed i pericoli per i risparmiatori che ne possono derivare, prendono il sopravvento sulla prudenza che vorrebbe che gli averi fossero vicini ai loro legittimi proprietari.

Come se non bastasse la fuga di cervelli all'estero, spesso riprende quindi vigore tra i correntisti l'ipotesi di una migrazione di capitali su conti correnti esteri, soprattutto di banche dell'Europa settentrionale. L'idea di base è quella di mettere il proprio denaro in salvo dalla crisi in generale o dall'evento nefasto di turno che ha fatto precipitare i mercati o ha minacciato la stabilità politica, economica e sociale del Paese.

Secondo rapporti di Bankitalia sul fenomeno, sempre un maggior numero di Italiani decide di spostare il suo denaro su conti correnti di banche estere, per varie centinaia di miliardi di euro al mese, dati molto preoccupanti per l'Italia poiché evidenziano un passaggio di mano di ingenti capitali tra le banche italiane, che si interfacciano con Bankitalia, e le banche estere, che si interfacciano con le banche centrali di ogni Paese, che fanno tutte capo alla BCE, ossia alla Banca Centrale Europea; in pratica si rileva una sorta di passività di Bankitalia nei confronti della BCE.

Il fenomeno macroscopico che si registra è quello di flussi di pagamento aventi origine dai Paesi UE maggiormente esposti alla crisi economica e diretti verso i Paesi UE più in salute o almeno visti come tali, movimentazioni, spesso anche improvvise, che hanno l'effetto di destabilizzare il livello di credito o di debito delle banche centrali dei singoli Paesi nei confronti della BCE.

Il debito pubblico è corresponsabile di situazioni di questo tipo, assieme alla crisi economica; i valori mostruosi che ha raggiunto in Italia, assieme alla carenza di progetti seri per lo sviluppo e l'occupazione, hanno messo il nostro Paese sotto i riflettori molte volte, dando vita a fenomeni periodici di grande sfiducia dei risparmiatori e degli investitori italiani, che decidono così sempre più spesso di rivolgere le loro attenzioni altrove.

C'è a questo punto da dire che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i conti esteri in generale, cioè sia i conti correnti esteri che i conti deposito esteri, di solito non offrono reali vantaggi per gli Italiani riguardo ai tassi di interesse creditore e quindi, prima di spostare il proprio denaro verso banche straniere, si consideri questo punto. I rendimenti da interessi dei conti sono pressoché identicamente livellati all'interno dell'Unione Europea e, volendo rivolgersi a Paesi extraeuropei, si tenga presente che, generalmente, le banche che operano al di fuori dell'UE consentono di aprire conti presso di esse soltanto ai cittadini residenti o che almeno vivono oppure lavorano in tali Paesi stabilmente.

Si dovrebbe anche fare attenzione al fatto che trasferire fondi su conti di banche extraeuropee, allettati da alti tassi di interesse irrealizzabili in Italia e nel resto d'Europa, e poi vivere nei Paesi dove hanno sede tali banche, potrebbe essere controproducente economicamente parlando, in quanto potrebbe esserci ivi in atto una situazione economica-sociale tale da dar vita a tassi di inflazione molto elevati, superanti anche il 10%, ragion per cui potrebbe trattarsi di un puro miraggio il guadagnare con tassi di interesse stratosferici.

In realtà a volte si preferisce trasferire denaro all'estero su conti deposito, anziché su conti correnti, per ottenere maggiori rendimenti dal proprio capitale poiché il conto deposito è lo strumento più adatto per un investimento fruttifero e sicuro, che può sempre contare sul conforto dei fondi di tutela previsti per i conti correnti, oltre che sulla solidità bancaria e sulla stabilità politica ed economica offerte da alcuni Paesi.

Per trasferire legalmente del denaro all'estero bisogna seguire scrupolosamente la normativa vigente, che riguarda in primis il monitoraggio delle attività finanziarie detenute all'estero, fermo restando il fatto, piuttosto ovvio, che è possibile trasferire all'estero solo capitali detenuti lecitamente in Italia, frutto di entrate dichiarate secondo i termini di legge.

Non è possibile farla franca, non a lungo almeno, se non si è perfettamente in regola con il possesso di finanze e beni, con i controlli che oggi gli Stati effettuano sui conti correnti, incrociando i dati e collaborando attivamente tra di loro per combattere le attività illecite generanti ingenti profitti e l'evasione fiscale, attraverso misure via via più efficaci. Se ad esempio non si presta attenzione alla normativa in merito e si trasferisce del denaro all'estero senza dichiararlo, indicando se stessi come beneficiari, si rischia di incorrere nel reato di autoriciclaggio.

Per operare nel pieno della legalità è consigliabile rivolgersi a professionisti del settore, che possano anche aiutare a scegliere un conto corrente o un conto deposito estero dove far confluire il proprio denaro, nel rispetto dei trattati europei, fermo restando che si possono trovare da soli i principi di base ed utili consigli per effettuare un trasferimento di capitali su conti correnti esteri scongiurando procedure illecite, la qual cosa vale anche per il trasferimento di denaro verso Stati extraeuropei, per i quali andranno rispettati, se esistenti, i rapporti bilaterali stipulati con l'Italia.

Va innanzitutto detto che, quando si trasferisce del denaro all'estero, tipicamente su un conto corrente straniero ma non solo, bisogna rispettare con attenzione la normativa sul monitoraggio delle attività finanziarie estere, che contempla, in proposito, l'articolo 4 del D.L. n. 167/90, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 227/90, modificato in seguito dall'articolo 9 della Legge n. 97/13.

Secondo le disposizioni di legge tutti i contribuenti aventi residenza fiscale in Italia devono dichiarare tutte le attività finanziarie detenute all'estero, comprensive di investimenti patrimoniali su vari fronti e dei proventi da esse derivanti, che deve avvenire attraverso la compilazione del quadro RW del modello Unico, al momento della dichiarazione dei redditi. La legge dispone che ogni conto corrente o conto deposito detenuto all'estero la cui giacenza superi la soglia di 15.000 euro nell'anno di imposta deve essere dichiarato nel suddetto quadro RW, poiché può dar vita ad interessi tassabili in Italia, secondo l'imposizione fiscale in vigore.

Non compilare il quadro RW correttamente, secondo le dispodsizioni di legge, comporta una sanzione amministrativa pari ad una percentuale dell'importo omesso, compresa tra il 3% e il 15%, oppure tra il 6% ed il 30% nel caso in cui lo Stato estero facesse parte dei Paesi Black List, ossia a fiscalità privilegiata, così come individuati dal decreto 4 maggio 1999 del ministro delle Finanze, per le persone fisiche, e dal decreto 21 novembre 2001 del ministro dell'Economia e delle Finanze, per le società.

La normativa italiana prevede il pagamento dell'IVAFE, acronimo di Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie Estere, per le attività finanziarie detenute all'estero, intese come vere e proprie attività di investimento. L'imposta, che costituisce una mini-patrimoniale, è pari allo 0,20%, mentre per i conti correnti ed i libretti di risparmio è pari a 34,20 euro e, per un conto corrente, è dovuta solo se si supera la soglia di 5.000 euro per la sua giacenza media annua.

Si può lecitamente trasferire un capitale su un conto corrente estero mediante il canale telematico, fondamentalmente effettuando un bonifico che, essendo tracciato, rispetta pienamente i requisiti di tracciabilità della normativa vigente. A tal fine ci si può rivolgere ad una banca oppure alle Poste Italiane, in quanto è possibile effettuare sia un bonifico bancario sia un bonifico postale, entrambi contraddistinti da comodità e sicurezza.

Se si dispone di un conto corrente online, il trasferimento risulta ancora più semplice e rapido, e risulta generalmente anche a zero spese se il conto corrente beneficiario è aperto presso una banca che si trova in un Paese facente parte dell'area SEPA, costituita da oltre 30 Paesi europei; i bonifici in area SEPA sono infatti similari a quelli nazionali in termini di costi, che sono livellati in tutta l'area SEPA, in modo tale che ogni correntista di ogni Stato appartenente all'area possa effettuare bonifici alle stesse condizioni di ogni altro correntista di ogni altro Stato appartenente sempre all'area. Poiché è estremamente semplice ed economico aprire un conto corrente online, si consiglia quindi di farlo al più presto, se non lo si è ancora fatto.

In conclusione, non esiste quindi un divieto riguardo al trasferimento di fondi su un conto corrente estero e nemmeno riguardo al trasferimento di denaro all'estero in generale, purché si rispetti la normativa vigente in materia, che prevede la tracciabilità ed il monitoraggio dei patrimoni finanziari. Innanzitutto i capitali da trasferire devono provenire da attività lecite e devono essere stati lecitamente formati, ossia non devono essere, ad esempio, il risultato di evasione fiscale o di costituzione o impieghi illegali quale quello del riciclaggio. Si può inoltre trasferire la cifra che si preferisce, anche se le banche, in genere, consentono trasferimenti per una certa cifra massima al giorno, ad esempio 15.000 euro, o anche 50.000 euro, se si fa richiesta di un tetto massimo superiore.

Si può anche pensare di trasferire capitali su un conto corrente estero attraversando la dogana con titoli, quali assegni, oppure con contanti in mano che, una volta arrivati a destinazione, nel Paese scelto, potranno essere utilizzati per effettuare un deposito in una banca estera, ammesso che si riesca ad aprire un conto corrente in loco da cittadini italiani. Se si punta sui contanti, è bene sapere che vi è un limite massimo per il denaro, anche sotto forma di assegni o altri titoli, trasportabile attraverso la dogana, fissato a 9.999,99 euro; insomma è vietato trasportare somme di denaro uguali o superiori a 10.000 euro, pena pesanti sanzioni amministrative sugli importi eccedenti tale limite.

Torna a Guida ai conti correnti.

Tag: conto,   denaro,   corrente,   trasferire,   euro,   normativa,   trasferimento,   deposito,   legge

Temi: conto deposito,   banca centrale,   limite massimo,   bonifico bancario,   tetto massimo

Altri articoli a tema, in particolare della sezione Guida ai conti correnti della categoria Conti correnti:

Trasferimento di denaro all'estero
Differenze tra conti deposito e conti correnti
Portabilità del conto corrente
Garanzie e rischi di un conto deposito
Conto corrente come salvadanaio
Aprire un conto corrente