La teoria della Parità del Potere di Acquisto
Chi fa trading sul Forex è necessario che studi attentamente alcune teorie prima di aprire o chiudere operazioni che potrebbero rivelarsi poco profittevoli. Ma non solo. E' importante conoscere quelle teorie che sono alla base degli studi economici e finanziari e in tale ottica riveste un ruolo molto importante la teoria della Parità del Potere di Acquisto, più comunemente conosciuta con il nome PPP, ovvero Purchasing Power Parity, che risulterebbe essere una delle più interessanti per i suoi contenuti. Conoscerla, quindi, se si desidera essere un investitore di successo e portare avanti il principio basilare del Forex, ovvero accrescere il proprio capitale, è quasi d'obbligo.
Su cosa si fonda questa teoria? Ecco i suoi principali elementi: all'interno di un mercato affidabile ed efficiente, il valore di una quantità di beni e di servizi, che sono oggetto di libero scambio all'interno di un paese che chiameremo X ( così come accade in Europa per la libera circolazione delle merci), aggiustato per il cambio in corso, dovrebbe essere venduto non ad un prezzo differente, ma allo stesso prezzo all'interno di un paese che denomineremo Y. Questa teoria economica stima il quantitativo che occorre per alterare un tasso di cambio Forex tra due paesi e tutto ciò al fine di rendere uguale il potere di acquisto delle due valute, anche ad esempio possono essere dollaro oppure euro. Detto altrimenti, il tasso di cambio muta in modo che uno stesso bene, ad esempio un computer o un' automobile, conservi lo stesso prezzo quando viene espresso nella stessa valuta. Ad esempio, un bene, come può essere un pc, dovrebbe costare 500 dollari in USA e 500 euro in Europa, al di là del tasso di cambio.
Questa teoria, pur essendo ben accolta, prevede numerosi limiti, che la rendono spesso inattuabile, proprio per il fatto che la parità del potere d'acquisto stabilisce che il prezzo di un bene o di un servizio o di una merce debba essere uguale al prezzo delle stessa ed identica merce in un altro Stato, considerando l'attuale tasso di cambio. Parlavamo di limiti ed infatti uno dei più comuni riguarda proprio l'applicazione assoluta di questa teoria, che non tiene conto dei dazi e delle dogane oppure che potrebbe arrivare addirittura a svalutare una determinata merce.
Vi è poi una versione relativa di questa teoria, che tiene conto di un fattore molto importante: il tempo, o meglio della variazione (considerata in percentuale) del tasso di cambio in un determinato arco temporale e che possiamo brevemente sintetizzare in tal modo: non è la variazione del tasso di cambio di una valuta, ma la variazione percentuale del tasso di cambio nell'ambito di un determinato arco di tempo a dover essere identica alla differenza tra la variazione, sempre espressa in percentuale, nell'arco temporale dei prezzi nazionali e la variazione ( sempre nel medesimo arco di tempo) dei prezzi di un altro Paese, ad esempio uno Stato estero. E in tal caso, se questa teoria sembrerebbe apparire più morbida, pecca in alcuni punti: come determinare l'intervallo temporale? Su quali basi? E inoltre, non si può misconoscere il forte impatto che gli aspetti finanziari e le condizioni economiche sia dei Paesi che dei mercati rivestono da sempre.
Infine, è opportuno chiarire un aspetto importante, che riguarda il fatto che i tassi di cambio, soggetti alle oscillazioni di mercato, alle speculazioni in ambito finanziario e al continuo muoversi dei capitali da uno stato all'altro, siano molto volatili e la volatilità dei tassi di cambio è un fattoer impossibile da sottovalutare. Il tasso di cambio come ci insegna il fare trading sul Forex, è influenzato da due elementi in particolare: cambiamenti all'interno dei mercati di merci e modifiche all'interno dei mercati di grossi capitali, che innescano la conseguente volatilità di esso.
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Tag: cambio, tasso, teoria, variazione, prezzo, esempio, importante, potere, percentuale
Temi: arco temporale, forte impatto, ambito finanziario, principio basilare, mercato affidabile
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