Sofferenza bancaria
La sofferenza bancaria, o posizione di sofferenza bancaria, a volte semplificata in posizione di sofferenza, consiste in uno stato di sofferenza della banca nei riguardi di un suo debitore, ad esempio di un cliente al quale aveva concesso un mututo, dovuto al fatto che egli non ha onorato il suo impegno a rimborsare quanto percepito attraverso le rate previste da contratto.
La posizione di sofferenza ha origine dopo la fase di posizione ad incaglio, in cui era ancora possibile per il cliente ricucire il rapporto di fiducia con la banca onorando i suoi debiti verso la stessa, ossia rimediando amichevolmente ad un possibile momento di difficoltà economica che magari gli aveva impedito di assolvere le proprie responsabilità nei tempi previsti.
In caso di sofferenza bancaria la banca è, suo malgrado, costretta ad agire per vie legali contro il cliente debitore, procedendo tempestivamente con la richiesta formale di restituzione del debito entro 15 giorni, inviata al cliente tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno; possono essere oggetto di restituzione i prestiti, i mutui e i fidi concessi tempo addietro al cliente.
Il contesto in cui si parla di sofferenza bancaria è in genere considerabile permanente poiché la banca creditrice molto spesso non riuscirà ad esigere i crediti di sua spettanza dal cliente debitore, che diventeranno così soggetti a protesto, a precetto o a ingiunzione.
La prima conseguenza di una posizione di sofferenza è la segnalazione del cliente al CRIF, ossia alla Centrale RIschi Finanziari, che consiste in una banca dati privata atta a raccogliere i dati trasmessi dagli Istituti di credito relativi ai finanziamenti erogati o richiesti, e a raccogliere i nominativi dei cattivi pagatori. Più di 1.700 banche, o Istituti assimilabili, comunicano dati di questo tipo al CRIF, che quindi è un punto di riferimento per sapere se un certo soggetto è un cattivo pagatore o no, semplicemente consultando il relativo elenco dei cattivi pagatori.
Grazie al CRIF, chiunque chieda un finanziamento viene tracciato, monitorato fino alla conclusione del suo rimborso, e queste informazioni sono preziosissime per le banche e gli Istituti di credito, che così possono conoscere il grado di solvibilità di un potenziale cliente al momento di una sua richiesta di finanziamento, indagando sul suo passato di debitore, vagliando le informazioni sugli importi delle rate a suo carico, sulla durata dei suoi vecchi impegni e sugli eventuali momenti di stallo per i suoi rimborsi.
Si evince pertanto che una posizione di sofferenza bancaria porta a serie conseguenze per la richiesta di finanziamenti futuri dato che le poche banche che sarebbero disposte a concedere un finanziamento ad un cliente dalla fedina finanziaria macchiata metterebbero dei paletti di sicurezza per la loro concessione e si farebbero pagare profumatamente i loro servizi.
Un'altra conseguenza nefasta per il cliente in una circostanza di sofferenza bancaria è quella che vede gli eventuali altri Istituti di credito con il quale egli fosse in debito richiedergli formalmente la restituzione tempestiva di quanto prestatogli, sempre con un termine di scadenza di 15 giorni.
Trascorso tale periodo di tempo di 15 giorni, i crediti verranno recuperati per vie legali, mediante un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo, che porterà ad una ipoteca giudiziale nei riguardi del cliente debitore e anche di tutti i garanti e i fidejussori della posizione a sofferenza, ossia ad un possibile pignoramento, sia immobiliare che mobiliare.
Per provare ad uscire da una situazione del genere si potrà fare alla banca, tramite il proprio avvocato o tramite l'invio di una raccomandata, una proposta di saldo e stralcio, per trovare un accordo ed uscire così dall'impasse; più si hanno beni pignorabili su cui la banca potrebbe rifarsi, meno forza avrà la propria proposta conciliativa. Nel caso in cui la propria proposta di saldo e stralcio venisse accettata, di norma si verrebbe cancellati dal CRIF in circa 3 mesi; se invece il debito verso la banca fosse ingente e non venisse saldato, occorrerebbero circa 3 anni per la cancellazione dal CRIF.
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Tag: sofferenza, cliente, banca, posizione, debitore, debito, proposta, finanziamento, richiesta
Temi: potenziale cliente, decreto ingiuntivo, cliente debitore, possibile momento, richiesta formale
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