Rischio di perdita con i conti correnti
I conti correnti rappresentano un ottimo strumento di sussidio al risparmio e, non a caso, vengono aperti regolarmente, con grande frequenza, da persone di ogni età per accantonare del denaro per il futuro o per accreditare lo stipendio o la pensione, tra le varie possibilità.
Per molti versi conti correnti e conti deposito seguono le stesse disposizioni e suscitano lo stesso senso di sicurezza nei loro sottoscrittori, pur essendo prodotti ben diversi sotto il profilo operazionale, e pertanto, tendenzialmente, condividono il rischio, per il cliente, di depositarvi del denaro, un rischio, cioè, intrinseco all'azione di cedere i suoi soldi ad altri.
Per quel che concerne i conti in generale, si tratta senza dubbio di prodotti bancari diffusissimi tra i giovani come tra gli anziani, che hanno subito notevoli trasformazioni nel corso del tempo, fino ad approdare agli arcinoti conti online, accessibili facilmente via Internet, prodotti contraddistinti da costi per il cliente contenuti, se non addirittura nulli, sia che siano relativi a canoni sia che siano relativi all'apertura, alla gestione e all'utilizzo dei conti.
In definitiva, almeno dal punto di vista delle tutele previste per legge, si può parlare indifferentemente di rischio di perdita con i conti correnti e di rischio di perdita con i conti deposito; la normativa in materia prevede infatti una copertura fino a 100.000 euro per depositante e conto, a prescindere dal fatto che si tratti di uno o dell'altro tipo di conto. I conti, insomma, fanno parte di quella ristretta cerchia di prodotti bancari considerabili sicuri, fermo restando che la sicurezza assoluta, al 100%, non potrà mai esistere per alcuna cessione dei propri soldi ad altri soggetti, intendendo sia Istituti che persone.
Il FITD e l'FGD, fondi di tutela operanti in Italia, sono stati istituiti appunto al fine di rimborsare ogni depositante di ogni banca fino ad un massimo di 100.000 euro in caso di default bancario, ossia di fallimento dell'Istituto, e la loro esistenza dovrebbe bastare ad infondere fiducia nei consumatori, molto diffidenti verso le banche soprattutto in questi ultimi anni contrassegnati da terribili scandali.
Il rischio di perdita del capitale del cliente, o più realisticamente di una sua parte più o meno cospicua, è quindi davvero molto basso se si mettono in atto strategie di deposito attente, ad esempio suddividendo grandi capitali in più conti al fine di potere usufruire della massima copertura possibile per ciascun conto. In questo modo si sfrutterebbe anche il sano principio per cui è sempre bene diversificare gli investimenti, evitando accumuli di denaro in un'unica formula e/o in un unico soggetto detentore.
A tutto questo si aggiunge il rischio di perdita degli interessi, laddove previsti, un problema decisamente di minore rilevanza rispetto a quello della perdita di parte del proprio capitale, ma comunque fastidioso, in quanto, spesso e volentieri, ci si priva con sacrificio dei risparmi di una vita dandone disponibilità ad una banca, per ritrovarsi alla fine con un pugno di mosche qualora le cose si mettessero male. C'è però da dire, a tal riguardo, che i fondi di tutela garantiscono al cliente anche gli interessi purché, sommati al capitale, non superino la soglia di 100.000 euro.
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Tag: rischio, perdita, cliente, deposito, denaro, euro, conto, capitale, tutela
Temi: ottimo strumento, copertura possibile, sano principio, minore rilevanza
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