La cessazione amministrativa di un contratto
Se ne sente parlare più spesso di quanto si possa credere, come succede per moltissime altre cose che riguardano gli abbonamenti e l'elettricità, eppure spesso si pensa di essere al riparo da tutto ciò che potrebbe accadere circa la sottoscrizione del contratto, anche in futuro. La dura realtà è che non è affatto così, e per questo motivo anche noi prima o poi potremmo trovarci a dover fronteggiare degli operatori al telefono o dei tecnici dietro la porta che ci parlano di cose che noi non abbiamo assolutamente capito né mai abbiamo voluto capire: la cessazione amministrativa del contratto è una delle tante cose di cui si sente parlare abbastanza spesso senza però comprendere il significato in modo approfondito quanto si dovrebbe. Cos'è? E' una cosa positiva o negativa?
La cessazione amministrativa non è una di quelle cose che capitano improvvisamente, come un malfunzionamento del contatore o cose di questo genere, né una cosa che prima o poi ci toccherà affrontare nel momento della sottoscrizione del contratto: è qualcosa che avviene molto tempo dopo e riguarda unicamente il cliente moroso. Se paghiamo le bollette regolarmente e con la massima puntualità, sicuramente la cessazione amministrativa non potrà mai riguardarci, anche se è sempre bene conoscere tutte le pratiche e tutti i dettagli acnhe quando si ha la certezza che mai si potrebbe correre un pericolo del genere. La cessazione amministrativa avviene, senza alcuna possibilità di tornare indietro (ci sarebbe, ma il cliente non può intervenire in questo senso), quando l'azienda fornitrice di elettricità riferisce al distributore della luce o del gas che non dev'essere più trasmessa l'energia elettrica al cliente in questione perché moroso; tutto questo avviene quando il cliente non ha pagato le bollette sebbene siano stati fatti svariati solleciti e cose di questo passo che abbiano ricordato al cliente i suoi doveri circa i pagamenti mensili o trimestrali. La cessazione amministrativa può essere messa in pratica anche nel caso in cui un cliente decidesse di trasferirsi in una nuova abitazione nella quale prima era presente un inquilino moroso: sopraggiungerà la necessità di intestazione del contatore, precedentemente a nome di un inquilino che le bollette non le pagava, e per questa ragione l'ente erogatore di elettricità sarà costretto a sospendere il servizio precedente in favore di quello nuovo, per il cliente regolarmente pagante che però ha cambiato casa. Questa eventualità potrebbe riguardare chiunque in qualunque momento, a differenza della precedente, perciò è bene essere sempre preparati.
Nel caso in cui si presentasse questa necessità, ovviamente il cliente trasferito nella nuova casa che non ha fatto nessun "torto" all'azienda fornitrice né risulta in qualche modo insolvente, avrà tutte le possibilità per richiedere che il servizio venga regolarmente attivato e a questo punto non dovrebbero esserci troppe complicazioni. È sempre necessario informarsi sulla regolarità dei pagamenti dell'inquilino precedente, perché se le pratiche sembrano apparentemente facili, in molte occasioni possono trasformarsi in qualcosa di lungo e molto noioso soprattutto per chi ha fretta di cambiare casa.
Una volta risolta la questione legata unicamente alla cessazione amministrativa, saremo costretti a trovare una soluzione e scegliere tra la voltura ed il subentro (l'allacciamento in questo caso c'entra poco perché era già presente un servizio): il subentro è la procedura maggiormente indicata qualora si presentassero problematiche come quella elencata. L'interruzione di servizio, in questo caso, non è prevista ed il problema potrà essere presto risolto e dimenticato.
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Tag: cliente, cessazione, servizio, moroso, contratto, genere, inquilino, contatore, questione
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