Come cambiare la potenza del contatore della luce
Tutto ad un tratto la potenza del contatore potrebbe sembrarci troppo bassa in confronto a quella degli altri, o potremmo ritenere giusto accettare un'offerta che permette di impiegare più potenza e dunque più energia per poter avere un'esperienza migliore con l'ente erogatore di elettricità. Eppure sembra un'impresa disperata ed impossibile cambiare la potenza del contatore, perché è già stata stabilita da quando l'abbiamo acquistato e visto per la prima volta nella nostra casa. Come cambiare la potenza? Ecco tutti i dettagli.
In primo luogo dobbiamo domandarci per quale motivo abbiamo preso questa drastica decisione. Molto probabilmente si decide di farlo perché il consumo è troppo elevato in confronto alla potenza, infatti il contatore scatta ripetutamente e molto facilmente ed è una situazione che non si riesce più a gestire; per coprire il fabbisogno familiare, molto spesso anche su suggerimento dell'azienda fornitrice di elettricità si giunge alla conclusione che la cosa più conveniente possa essere quella di aumentare la potenza del contatore. Succede spessissimo con i condizionatori, che come forse sapremo sono una delle cose che più consumano in assoluto: se li abbiamo installati mentre al principio non erano presenti, sarà altamente probabile che tutto questo non si riesca più a tenere sotto controllo. Anche nel caso dell'installazione di nuovi elettrodomestici può verificarsi questa circostanza. La riforma della tariffa elettrica, modificata e rivoluzionata il primo aprile dell'anno 2017, riduce i costi una tantum per il cambio della potenza del nostro contatore dell'elettricità. Per questa ragione sicuramente prenderà questa decisione sarà maggiormente semplice per chiunque, anche nel caso in cui fossero aumentati i componenti della famiglia, dunque il consumo e di conseguenza le spese insieme a tutto il resto; in questo modo risparmieremo sicuramente di più, proprio grazie ai cambiamenti recentemente ultimati. Ad ogni modo, passando direttamente al sodo e dicendo esattamente i costi, le cose funzionano in questo modo: per quanto concerne i clienti appartenenti al servizio di maggior tutela, il contributo fisso si aggira intorno ai 27 euro e non è a discrezione dell'azienda che fornisce il contatore e che l'ha fornito anche inizialmente; è altrettanto vero che sarà necessario versare anche 69 euro, importo pari alla potenza aggiunta richiesta, solo nel caso dell'aumento. Ci saranno da pagare 69 euro ogni tot di potenza, e questo andrà stabilito dettagliatamente con l'azienda chiedendo informazioni direttamente agli operatori. Il lato da approfondire maggiormente visto che al momento è la cosa che interessa di più, riguarda il mercato libero: il costo anche in questo caso non supera mai i 27 euro e tre centesimi.
Doveroso aprire anche un capiolo esaustivo sui tempi di trasferimento in cui effettivamente le nostre esigenze verranno accontentate: tutte le procedure vengono prolugante dal fatto che l'azienda fornitrice deve inoltrare la nostra richiesta al distributore di elettricità nonché legittimo proprietario del contatore, e per farlo potrebbe impiegare anche due giorni lavorativi, cosa che come ovviamente allunga (anche se di poco) i tempi. Se non è necessario intervenire direttamente sul contatore con qualche perfezionamento di un qualunque tipo, allora il distributore impiegherà solo cinque giorni lavorativi per esaudire la nostra richiesta; altrimenti potrebbero volerci anche 20 giorni per portare a termine l'operazione.
Si deve comunicare tutto questo all'ente erogatore di riferimento nonostante poi quest'ultimo non se ne possa occupare e trasmetta i dati al distributore: è comunque un'informazione che è indispensabile passi prima per l'azienda di riferimento. Fatto questo non dovremo muovere nessun altro passo e attendere solo che le nostre giuste richieste trovino un riscontro positivo.
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Tag: potenza, contatore, euro, richiesta, azienda, distributore, visto, confronto, decisione
Temi: primo aprile, contributo fisso, legittimo proprietario
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