ISC: Indice Sintetico di Costo
L'ISC rappresenta l'Indice Sintetico di Costo, denominato anche Indicatore Sintetico di Costo o anche TAEG, ossia Tasso Annuo Effettivo Globale, e contempla il tasso di interesse di un'operazione di concessione di credito, quale può essere quella di un prestito, e tutte le spese sotto varia forma, a carico del cliente, che la riguardano.
L'Indice Sintetico di Costo è stato introdotto dalla direttiva europea 90/88/CEE ed ha una precisa definizione legislativa nella direttiva 2014/17/UE, dove vi è l'indicazione della formula di calcolo dell'indice valida nell'intera Unione Europea. I Paesi membri, nel recepire la direttiva europea, hanno definito una formula di calcolo valida all'interno dei confini nazionali. La direttiva 87/102/CEE ha imposto agli Istituti di credito l'obbligo di indicazione dell'indice nei contratti che andranno sottoscritti dai clienti.
Fondamentalmente l'Indicatore Sintetico di Costo determina il costo annuo complessivo di un finanziamento in termini percentuali e contempla sia il TAN, ossia il Tasso Annuo Nominale che indica il tasso di interesse del credito, sia i costi dovuti all'emissione della pratica e della documentazione e gli oneri fiscali. Più precisamente, l'ISC è dato dalla somma del TAN, delle spese di istruttoria e di gestione della pratica, delle imposte, dei bolli statali, degli oneri fiscali in generale, delle commissioni d'incasso, delle spese per le assicurazioni obbligatorie, delle spese legate al conto corrente di appoggio, nel caso in cui esso fosse obbligatorio, e delle spese per l'eventuale assistenza di un intermediario del credito, finalizzata all'ottenimento del prestito o del finanziamento.
L'importanza del TAEG risiede nel fatto che i clienti possono capire velocemente a quanto ammonterà il costo effettivo di un certo credito ottenibile dalla banca, semplicemente applicando il suo valore percentuale alla somma in gioco; in questo modo, con un semplice calcolo frutto dell'applicazione del principio di trasparenza, sarà subito lampante il costo del credito nella sua interezza, non soltanto quindi quello legato agli interessi sul denaro ricevuto a credito, ma anche quello legato a voci di spesa varie.
Va in questo frangente notato che, in linea di principio, potrebbero esserci anche dei costi non prevedibili al momento dell'adesione al prestito o al finanziamento, quali ad esempio quello delle commissioni dovute per pagamenti effettuati dal cliente in una situazione di scoperto di conto corrente e quindi il pagamento delle rate di rimborso dovrebbe avvenire disponendo delle somme sul conto, anche perché i costi per il cliente dovuti agli scoperti di conto corrente sono molto superiori a quelli dovuti ai tassi di mora del finanziamento. Anche se in linea di principio le cose stanno così, una disposizione di legge prevede che anche la commissione di massimo scoperto deve essere computata per il calcolo dell'ISC.
Per i mutui, in particolare, in caso di problemi a ripagare una rata per non disponibilità del denaro necessario, sarebbe pertanto più conveniente per il cliente chiedere all'Istituto erogante di poter pagare in ritardo piuttosto che pagare mediante lo scoperto di conto.
Il valore dell'indice ISC stabilito per l'Italia per i contratti di erogazione dei mutui consiste in un tasso ex ante, ossia noto a priori, al momento di sottoscrizione del contratto, e consiste, come detto, in una percentuale indicante il costo annuale del debito del cliente.
Secondo le disposizioni di legge, il valore dell'ISC di un dato prestito o finanziamento deve essere riportato chiaramente sia nel contratto che nel documento di sintesi che verranno consegnati al cliente, per portare avanti quell'idea di trasparenza in grado di avvicinare maggiormente i clienti agli Istituti di credito.
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Tag: credito, costo, cliente, conto, tasso, direttiva, prestito, finanziamento, calcolo
Temi: tasso annuo, valore percentuale, costo annuo, costo effettivo, credito ottenibile
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