Tassazione conto deposito
Oggigiorno i conti deposito vengono scelti da molti Italiani per far fruttare le loro finanze in quanto visti come uno dei migliori tipi di investimento sulla piazza, e sono così amati dai risparmiatori e dai piccoli investitori che le banche devono spesso lottare a colpi di promozione per deviare verso di sé nuovi potenziali sottoscrittori.
I motivi principali di questo affetto vanno ricercati nel tasso di interesse relativamente alto che offrono, anche se non più vertiginoso come un tempo: anche oggi, con la crisi economica e i problemi dell'intera Europa che si riflettono inevitabilmente in Italia, non è difficile scovare conti deposito che offrono il 2% lordo annuo, seppure ciò spesso avvenga per periodi di tempo limitati, per promozioni a tempo che prevedono il vincolo del capitale per un certo numero di mesi o di anni, da cogliere al volo.
La tassazione dei conto deposito si basa su una ritenuta fiscale, precisamente sul pagamento di tasse che riguardano gli interessi maturati con questo investimento, e su una imposta di bollo che riguarda l'intero capitale investito. Nel corso degli anni le percentuali della tassazione e dell'imposta di bollo sono cambiate diverse volte e oggi è diventato meno conveniente di un tempo puntare su questo strumento di investimento dal punto di vista dei costi a favore dell'Erario. C'è infatti chi, senza troppi peli sulla lingua, parla di mini-patrimoniale e pressione fiscale eccessiva per i conti deposito, che oggi vengono considerati dallo Stato come veri e propri prodotti d'investimento.
La ritenuta fiscale è oggi pari al 26% degli interessi percepiti, mentre l'imposta di bollo è pari allo 0,20% dell'importo del deposito, ossia al due per mille del capitale che si è deciso di investire. Va detto che, in genere, si fa riferimento ad un conto deposito vincolato per poter parlare di una imposta di bollo siffatta, in quanto un deposito libero meglio rientrerebbe nello schema impositivo dei conti correnti, che prevede il pagamento di una imposta di bollo di valore fisso, pari a 34,20 euro all'anno, solo se, nel caso di persone fisiche, si ha in giacenza sul conto, mediamente nell'anno, una somma di almeno 5.000 euro.
Quella dell'imposta di bollo è una fastidiosa spesa da tenere in conto, molto odiata visto che va ad intaccare il patrimonio di un cittadino, già tassato abbondantemente in origine, un onere che però, fortunatamente, può essere evitato perché alcune banche online la pagano allo Stato, così come prescritto dalla legge, al posto del cliente, al fine di attrarlo a sé o, se non altro, per rendergli l'investimento del conto deposito più invitante. Ciò di solito avviene per i nuovi clienti e/o per periodi promozionali, e purtroppo oggi avviene ancora piuttosto di rado; a sposare questa filosofia vi sono, ad esempio, Banca Farmafactoring e CheBanca!, con i loro conti deposito online Conto Facto e Conto Deposito CheBanca!.
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Tag: deposito, conto, bollo, oggi, investimento, fiscale, imposta, capitale, stato
Temi: conto deposito, ritenuta fiscale, deposito libero, pressione fiscale, schema impositivo
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