Consigli per aprire il miglior conto deposito


Chiunque si avvicini al mondo dei conti deposito ricercando una forma di investimento redditizia e sicura non può non chiedersi quale sia il miglior conto deposito tra i tanti resi disponibili dalle tante banche presenti sulla piazza.

Purtroppo è impossibile dare una risposta univoca al suddeddo quesito poiché le esigenze di ognuno sono uniche e la domanda, semmai, andrebbe fatta in funzione di ciò a cui si dà la priorità; ecco quindi che, ad esempio, un conto deposito con un alto tasso di interesse offerto da una banca che naviga in cattive acque potrebbe essere considerato, da alcuni, migliore di un conto deposito di una banca solida che offre bassi tassi di interesse, mentre per altri potrebbe essere vero l'esatto contrario.

Il primo consiglio che si può dare è quindi quello di pensare alla propria situazione e non perdersi tra la miriade di proposte bancarie propinate, spesso e volentieri con troppa facilità, come le migliori sul mercato; è ovviamente interesse di ogni banca affermare che il proprio conto deposito sia il migliore sulla piazza, per questo o per quel motivo, mentre, spesso e volentieri, si tratta di uno dei tanti specchi per le allodole che offrono alti tassi di interesse ma solo per periodi di tempo molto limitati, oppure che sposano una politica a zero spese sempre per un tempo limitato.

Il secondo consiglio che si può dare è di non soffermarsi troppo sull'aspetto tecnologico di un conto ma di concentrarsi più sulla sua sostanza. Potrebbe infatti non avere molto senso sottoscrivere un conto deposito ultra-moderno, con riconoscimento vocale o facciale, interfaccia modernissima coloratissima e assistente digitale automatizzato che parla decine di lingue, se poi, andando a fondo, offre un tasso di interesse non altrettanto stupefacente oppure lascia a desiderare sotto l'aspetto dei costi o quello della sicurezza o quello della serietà. Tutto ciò fermo restando che ad alcuni potrebbe davvero interessare di più un conto "formalmente perfetto".

Il terzo consiglio che si può dare è quello di leggere attentamente le condizioni di sottoscrizione. A volte, infatti, sul sito ufficiale della banca può essere riportato un tasso di interesse ghiotto a caratteri cubitali e possono essere invece omesse voci di spesa a carico del cliente, anche importanti; per questo è bene leggere sempre i fogli informativi e i contratti nella loro interezza, documenti che ogni banca mette a disposizione della clientela, fruibili anche online e semplicemente scaricabili per una comoda consultazione pure offline. Sono infatti questi che fanno testo in caso di dispute, più di quello che c'è scritto sui siti Web.

Il quarto consiglio che si può dare è quello di confrontare i tassi di interesse di un conto deposito avendo per riferimento un periodo sufficientemente lungo da rendere tale confronto sensato. In altre parole, che un conto deposito offra un tasso di interesse altissimo per un periodo molto breve, per poi offrire un tasso vicino allo 0%, può essere alquanto irrilevante se si pensa che un conto deposito che offra un tasso di interesse non molto alto ma per un lungo periodo di tempo potrebbe costituire una scelta decisamente migliore.

Il quinto consiglio che si può dare è quello di confrontare le spese relative all'apertura, alla gestione e all'utilizzo di un conto deposito, a cui andrebbe sommato il costo dell'imposta di bollo, prevista per legge per far fare cassa allo Stato. Se ci si rivolge ai conti deposito online è molto probabile che i costi siano del tutto nulli, talvolta considerando anche quello dell'imposta di bollo. Un'altra forma di costo è quella delle penali il cui pagamento potrebbe essere richiesto da alcune banche per uno svincolo anticipato del denaro investito in un conto deposito vincolato.

Il sesto consiglio che si può dare, che in parte riprende quello precedente, è quello di ragionare sul rendimento netto dei conti deposito, senza cioè illudersi che si possa guadagnare molto applicando pedissequamente il tasso di interesse riportato spesso a caratteri cubitali sui siti delle banche, che è infatti lordo; per ricavare quello netto occorre considerare la tassazione di un conto deposito, consistente in una ritenuta fiscale del 26%, da applicarsi sugli interessi percepiti, e di una imposta di bollo dello 0,20%, da applicarsi all'intero capitale investito in un conto deposito vincolato. A tal riguardo, come poc'anzi accennato, va considerato che alcune banche si accollano il pagamento dell'imposta di bollo al posto del cliente, visto che comunque essa va pagata allo Stato.

Il settimo consiglio che si può dare è quello di valutare la possibilità di svincolo anticipato per un conto deposito vincolato. Alcune banche offrono infatti conti deposito svincolabili in anticipo, con o senza penali per il cliente, mentre altre non consentono affatto una pratica del genere, nemmeno pagando penali o rispettando un tempo minimo di tenuta del capitale sul conto. Chiaramente la comodità della possibilità di svincolo anticipato stride con la possibilità di ottenere il migliore tasso di interesse creditore possibile.

Infine, l'ottavo consiglio che si può dare è quello di valutare i termini di accredito degli interessi previsti dalla banca per conti deposito vincolati; vi sono infatti banche che accreditano gli interessi sul conto del cliente al termine del vincolo previsto e vi sono banche che, al contrario, accreditano sul conto del cliente interessi anticipati, ossia che li accreditano al momento di sottoscrizione del vincolo, con l'ovvio vantaggio per il cliente di goderne sin da subito, eventualmente per investirli nuovamente; esiste anche una possibilità intermedia, di accredito degli interessi con una certa frequenza temporale, ad esempio di 3 o 6 mesi.

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Tag: conto,   deposito,   interesse,   dare,   consiglio,   tasso,   cliente,   banca,   bollo

Temi: conto deposito,   ritenuta fiscale,   rendimento netto,   lungo periodo,   alto tasso

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