Conti correnti per chi non ha la residenza in Italia


La possibilità di aprire un conto corrente in Italia non è una semplice prerogativa degli Italiani, e anche chi non ha la residenza nel nostro Paese può usufruirne, approfittando dello spirito di iniziativa dello Stato nel facilitare l'integrazione degli stranieri in Italia anche attraverso l'istituzione di conti correnti a loro dedicati, seguendo importanti linee guida europee al riguardo.

Il conto corrente per stranieri consente, anche a chi non ha la residenza in Italia, di gestire al meglio il proprio denaro, la qual cosa favorisce senz'altro lo sviluppo del Paese, in quanto favorisce quella movimentazione di denaro che porta alla tanto ricercata crescita economica. I conti correnti per l'integrazione degli stranieri costituiscono, insomma, indirettamente, una ricchezza per la collettività, che purtroppo spesso giudica male gli immigrati, magari per colpa di pochi individui isolati.

Secondo varie analisi riguardo allo stato economico e sociale del Paese, si evince che gli stranieri in Italia concorrono ad una buona parte del PIL, ossia del Prodotto Interno Lordo, e, essendo perlopiù giovani, pesano molto marginalmente sulla previdenza sociale e quindi sulle casse dello Stato; rappresentano quindi una risorsa molto importante, in grado di produrre, nelle dovute proporzioni, più degli stessi Italiani e di rappresentare minori costi per la nazione.

Per questi motivi il Consiglio "Affari generali" dell'UE ha stabilito che è possibile aprire conti correnti per chi non ha la residenza in Italia, in particolare conti correnti di base, a patto di essere cittadini dell'UE, con l'onere per gli Stati membri di varare la direttiva. Si tratta di un grande passo avanti perché viene rimosso il grande ostacolo della residenza in Italia per aprire ivi un conto corrente, il quale oggigiorno è considerato uno strumento di gestione del risparmio fondamentale a cui qualunque cittadino ha diritto.

Si immagini quanti potenziali correntisti non risiedono in Italia, che possono ora aprire un conto nel nostro Paese e depositarvi soldi che, secondo varie statistiche, rimarranno in loco, circoleranno in Italia accrescendone la ricchezza. E' quindi un po' sfatato il mito che vuole lo straniero impegnato al massimo a trasferire il suo denaro in patria, ai suoi cari. Si verifica, insomma, la situazione duale a quella che vede gli Italiani come possibili correntisti di conti correnti esteri, un'opportunità molto proficua per tanti.

L'utilità di potere aprire un conto corrente in Italia pur non avendo ivi la residenza riguarda anche gli studenti, oltre che i lavoratori, la qual cosa è importante per gettare le basi dell'integrazione e dello sviluppo; gli studenti di oggi, insomma, sono i lavoratori di domani e sono giovani, pertanto sono i cittadini che meglio incarnano la politica vincente di alta produttività a fronte di basso costo per lo Stato.

Tra i casi più comuni in cui ci si può trovare vi è quello di vivere all'estero per lunghe trasferte, per motivi di studio o di lavoro, ma vi è anche quello di rimanere nel proprio Paese e sfruttare condizioni migliori per la sottoscrizione di conti correnti offerti da banche che operano principalmente in altri Stati, ma che adottano una politica elastica sulle aperture di conti a distanza, portando al contempo avanti l'idea della trasparenza nelle informazioni e nelle condizioni riportate sui siti Web e nei fogli informativi.

I conti correnti di base sono stati resi obbligatori dal Governo Monti nel 2012 e, come la stessa denominazione suggerisce, consentono di effettuare operazioni bancarie semplici, quali quelle di versare e prelevare denaro e quella di accreditare lo stipendio o la pensione; si tratta di conti a costi molto ridotti per i correntisti, addirittura nulli per pensionati e per i contribuenti meno abbienti, con un ISEE al di sotto di una certa soglia, fissata a 7.500 euro.

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Tag: residenza,   aprire,   paese,   conto,   corrente,   denaro,   stato,   sociale,   base

Temi: grande passo,   basso costo,   previdenza sociale,   semplice prerogativa,   grande ostacolo

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