Centrale di Allarme Interbancaria


La Centrale di Allarme Interbancaria, abbreviata spesso come CAI, consiste in un sistema informatico realizzato per tenere traccia dei soggetti che hanno emesso assegni bancari e postali in modo illecito, senza autorizzazione da parte della propria banca oppure senza provvista, ossia senza la copertura necessaria per mantenere fede al proprio impegno nei confronti dei propri creditori.

Grazie alla Centrale di Allarme Interbancaria, che in pratica rappresenta un grande archivio che non va confuso con quello della Centrale dei Rischi, gli intermediari possono disporre dei dati di tutti quei soggetti che hanno emesso assegni in modo illecito e di informazioni su misure prese nei loro confronti per scongiurare ulteriori problemi che questi potrebbero continuare a causare nel caso in cui non si agisse tempestivamente per contrastarli; si possono cioè conoscere anche le misure interdittive facenti capo ai soggetti che hanno commesso tali illeciti.

Oggi la normativa di riferimento è quella del Decreto Legislativo 30 dicembre 1999, n. 507, intitolato "Depenalizzazione dei reati minori e riforma del sistema sanzionatorio, ai sensi dell'articolo 1 della legge 25 giugno 1999, n. 205", che ha trasformato i reati in illeciti amministrativi, così che chi emette un assegno senza autorizzazione o senza provvista non incappa più in un illecito penalmente perseguibile ma soltanto in un illecito amministrativo sanzionabile con il pagamento di una certa somma di denaro.

Secondo quanto stabilito dalla normativa vigente, in caso di illecito sono comunque previsti dei divieti, oltre al fatto che si viene iscritti al CAI; non osservare quanto disposto in una sanzione amministrativa accessoria comporta sanzioni penali. Inoltre, sono oggetto di tracciatura nella CAI anche i soggetti che hanno utilizzato le carte di pagamento in modo illecito, ragion per cui l'archivio serve a sanzionare e a prevenire l'utilizzo anomalo non solo degli assegni, bancari o postali che siano.

I dati vengono inseriti nella Centrale di Allarme Interbancaria a seguito delle segnalazioni di enti privati, in sostanza di banche, di uffici postali e di intermediari finanziari vigilati che emettono carte di pagamento, e di enti pubblici, in sostanza di prefetti e dell'Autorità giudiziaria, tutti responsabili della loro correttezza. Se un soggetto si accorgesse di errori in tali dati, potrebbe fare richiesta di correzione a tali enti, i quali devono apportare le necessarie correzioni in tempi il più possibile brevi. Al fine di tutelare i propri diritti ed i propri interessi ci si può comunque rivolgere all'ABF, ossia all'Arbitro Bancario Finanziario, organismo indipendente che è preposto a risolvere le controversie tra clienti e gli intermediari, oppure ci si può rivolgere all'Autorità Giudiziaria o all'Autorità garante della privacy, ossia al Garante per la protezione dei dati personali.

La Banca d'Italia è il gestore ed il titolare del trattamento dei dati della Centrale di Allarme Interbancaria e si avvale di un ente esterno, la SIA, per la gestione tecnica dell'archivio, al quale possono accedere solo gli aventi diritto, come ad esempio coloro che richiedono di verificare i dati ivi inseriti che li riguardino in quanto figuranti a proprio nome. Si può comunque anche controllare la regolare circolazione di assegni bancari o postali, in tal modo favorendo la percezione della sicurezza da parte dei cittadini e rafforzando così la loro fiducia nei vari strumenti di pagamento oggetto di attenzione da parte della CAI.

Interrogando la CAI si possono conoscere molti dati, utili per fare il punto sul grado di solvibilità di una persona riguardo all'emissione di assegni e, nel dettaglio, si può sapere non solo chi ha emesso assegni senza autorizzazione o senza provvista, ma anche il dettaglio di tali assegni, con i loro dati identificativi, che sono presenti in archivio anche nel caso si trattasse di assegni non restituiti alla banca dopo la revoca dell'autorizzazione ad emetterli o di assegni di cui sia stato denunciato il furto o lo smarrimento o che risultino comunque bloccati per vari motivi; l'archivio contiene anche i nominativi delle persone a cui è stata revocata l'autorizzazione all'utilizzo di carte di pagamento e quindi, analogamente al caso degli assegni, contiene anche i dati delle carte di pagamento revocate o di cui sia stato denunciato il furto o lo smarrimento.

Altri dati contenuti nella CAI sono i nominativi dei soggetti che sono stati sanzionati amministrativamente da parte dei prefetti per avere emesso assegni senza autorizzazione o senza provvista e anche i nominativi dei soggetti che sono stati sanzionati penalmente dall'Autorità giudiziaria per non avere osservato gli obblighi imposti come sanzione amministrativa accessoria.

La Centrale di Allarme Interbancaria può essere consultata dalle persone fisiche i cui nominativi figurano nell'archivio, volendo anche per mezzo di un loro tutore, curatore o erede, ma anche dalle persone giuridiche, come ad esempio le società, le associazioni e gli enti; in questa seconda evenienza la consultazione può essere effettuata dalla persona fisica legittimata a farlo sulla base degli statuti o degli ordinamenti della figura giuridica in questione.

Per consultare i dati della Centrale di Allarme Interbancaria si deve compilare un modulo di richiesta che può essere preso in una delle filiali della Banca d'Italia oppure scaricato da Internet, dal sito della Banca d'Italia. Il modulo andrà firmato dove richiesto e andrà inviato, accompagnato da una fotocopia di un documento di identità, a una delle filiali della Banca d'Italia per posta, fax o PEC, ossia Posta Elettronica Certificata, oppure dovrà essere consegnato di persona esibendo un documento d'identità o tramite un delegato munito, oltre che di delega, di copia della carta d'identità del delegante.

La Banca d'Italia invierà i dati richiesti per posta o tramite PEC, in funzione delle proprie preferenze. E' comunque possibile ottenere i dati anche recandosi personalmente allo sportello di una delle filiali della Banca d'Italia oppure incaricando di farlo un delegato munito di delega e di copia della carta d'identità del delegante. E' possibile scaricare la delega dal sito della Banca d'Italia oppure prelevarla da una delle sue filiali.

E' possibile consultare l'archivio anche rivolgendosi agli enti che sono preposti ad offrire un servizio di consultazione per le carte di pagamento e gli assegni smarriti, sottratti o bloccati; di fatto questi enti consistono nelle banche, negli uffici postali e negli intermediari finanziari vigilati che emettono carte di pagamento.

E' infine possibile consultare l'archivio del CAI anche sul seguente sito della SIA, ossia della Società Interbancaria per l'Automazione:

http://gbdpublx.sia.it/caipub/caiserv/FormInformativo1.jsp

dove è possibile verificare la circolazione di un assegno bancario o postale emesso senza autorizzazione o senza provvista oppure di cui è stato denunciato il furto o lo smarrimento oppure che non è stato restituito alla banca o alle Poste dopo una revoca dell'autorizzazione ad emettere assegni, semplicemente inserendone il numero e pochi altri dati.

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Tag: banca,   pagamento,   centrale,   illecito,   allarme,   provvista,   autorizzazione,   stato,   posta

Temi: decreto legislativo,   sistema informatico,   assegno bancario,   grande archivio,   organismo indipendente

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